2 Maggio: Gionata mondiale del bloggers. Sappiamo bene che il proliferare delle giornate mondiali rischia di diventare estenuante — laddove non lo sia già —, ma nonostante questo abbiamo deciso di dare un’opportunità a questa ricorrenza.
I blog nascono alla fine degli anni ’90 come spazio per esprimere la propria opinione sul web, per poi spopolare negli anni 2000, tanto da essere addirittura definiti rivoluzionari. L’entusiasmo pian piano si è placato, anche a causa — o grazie? — all’avvento dei social media.
Questo strumento permette — a chi decide di usarlo — di dialogare a livello globale, senza filtri, restrizioni o pressioni, si tratta dunque di una libertà che deve essere riconosciuta, valorizzata e tutelata, infatti è proprio con questo spirito che nel 2010 è nata la giornata mondiale dei bloggers. Perché se è vero che molti dei blog che popolano la rete non cambieranno il mondo, è vero anche che dei blog non sono solo uno spazio per esprimersi online, bensì la dimostrazione che si può avere uno spazio in cui esprimersi liberamente. È proprio questa libertà che ha reso i blog protagonisti della rivoluzione della comunicazione, quindi alcuni dei blogger suoi fautori. Non staremo qui a fare un elenco di coloro che per difendere la loro libertà di espressione e d’informazione hanno perso la vita, vorremmo semplicemente portare avanti una riflessione più generale.
I blog sono sicuramente una realtà importante all’interno del panorama contemporaneo, quindi sarebbe demagogico ignorarne l’esistenza o — peggio — negare la loro utilità. Si tratta di una realtà che — se pur giovane — è già mutata molto dai suoi inizi, ma che non ha smesso di generare controversie. Tra chi si accapiglia per stabilire i diritti e i doveri dei blogger e chi pensa che non dovrebbero essere nemmeno considerati, noi prediligiamo una sana via di mezzo. Come per ogni cosa, ci sono i pro e i contro, i bravi blogger e quelli di cui non resterà memoria — se non per il fatto che internet è per sempre —, non sta a noi giudicare.